Nella tristezza ci sentiamo spesso scomodi.
Cerchiamo di scansarla e non sappiamo bene cosa farci, giusto?
Nel post di oggi ti racconto quali vantaggi racchiude, cosa ti perdi se non la vivi e come utilizzarla per la tua crescita:)
Come funziona la tristezza
Perché ci sentiamo tristi? Gli eventi che sollecitano la tristezza sono due:
- La perdita
- L’insuccesso
Quando perdiamo qualcosa o qualcuno oppure non abbiamo avuto il successo sperato diventiamo tristi e nel nostro corpo i muscoli si rilassano, i movimenti rallentano, il tono della voce si abbassa e il ritmo diminuisce.
Accanto a questa esperienza affettiva e corporea abbiamo anche un’ esperienza mentale precisa, ovvero l’interrogazione, cioe’ il domandarci: “Perché è accaduto?” “Come mai non ho raggiunto il mio obiettivo?” “ Perché lui o lei e’ morto?” “Cosa e’ successo?”.
Questo è un aspetto fondamentale della tristezza: quando siamo tristi abbiamo bisogno di trovare delle risposte. Infatti, è proprio per rispondere a queste domande che il nostro corpo rallenta!
La tristezza:
- Ci invita a fermarci e riflettere sul significato che ha per noi la perdita o il fallimento, e per trovare soluzioni.
- Ci invita a ricevere e cercare vicinanza. Il rallentamento e la nostra espressione facciale sono un messaggio interpersonale che comunica a chi abbiamo intorno che siamo in difficoltà. Abbiamo la possibilità di sentirci riconosciuti, ricevere supporto emotivo, avere aiuto nella costruzione di senso e coltivare i nostri legami.
Considerando ciò, la tristezza serve a conoscere noi stessi, a farci conoscere dagli altri e a superare i nostri problemi, è questo il suo scopo evolutivo. E se ci pensiamo bene, questo sistema funziona niente male!
Trascurare la tristezza è trascurare un bisogno
Quando siamo tristi, se cerchiamo solo di distrarci, stiamo svalutando i nostri sentimenti, in qualche modo diciamo “sono poco importanti” e diciamo “NO” al bisogno di essere noi stessi, nell’esprimere tutte le nostre emozioni.
Se trascuriamo la tristezza non soddisfiamo il bisogno di dare un senso e una cornice a ciò che è accaduto.
Inoltre non diamo ossigeno al bisogno di essere accettati nelle nostre difficoltà, di essere incoraggiati e coccolati! La tristezza è anche un potente collante interpersonale con cui ci permettiamo di essere intimi.
Soffocando la tristezza manteniamo i problemi irrisolti
La tristezza è lì per aiutarci ad imparare qualcosa su noi stessi. Se la eviti, non saprai mai qual’è il problema, quali sono gli aspetti specifici, perché è una difficoltà per te, cosa puoi fare per superarlo, quali risorse possiedi o devi sviluppare, cosa è importante che modifichi nelle situazioni future.
Vivi una sensazione di irrisolto? Forse è anche perché non hai ascoltato cosa la tristezza ha da dirti.
La tristezza mostra la direzione del cambiamento
Mario ha 30 anni e ha un insuccesso a lavoro a Londra dove vive..
E’ triste, rallenta e perciò riflette: “quale comportamento non e’ stato utile?” ” Quale strategia non è stata efficace?” “Che cosa è stato invece vincente?” Fermandosi può pensare a cosa è andato storto e a ciò che invece è importante mantenere. Condivide la tristezza con gli amici, rinforza i legami con loro, allarga la sua prospettiva utilizzando nuovi spunti e trova nuova forza.
Ora ha le informazioni su come raggiungere i suoi obiettivi: utilizzare capacità che non aveva considerato o svilupparne di nuove, confrontarsi durante il processo, valutare strategie diverse, considerare obiettivi più realistici.
Dare importanza alla tristezza e utilizzarla
Conosci la tua tristezza e poi agisci! Non crogiolarti, non “costruire monumenti in suo onore” ma accarezzala, vivila e traine ciò che può offrirti, per poi riprendere la tua vita, con nuove consapevolezze, nuove competenze e quindi ritrovata energia.
C’è una grande differenza tra l’involucro statico della malinconia e la potenzialità creativa della tristezza.
Valutare la tristezza come alleata, come uno stato emotivo utile e temporaneo, ti può aiutare ad accoglierla nella tua vita e ad utilizzarla.
Si è vero la tristezza fa male, ma, fa meno male se la vediamo in questo modo.
Un abbraccio,
Giulia
Se vuoi una mano per ascoltare la tua tristezza e usarla per i cambiamenti che vuoi fare nella tua vita io sono qui 🙂
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Bibliografia