<<Quando parlo mi sento diverso>> <<sono meno spontaneo>> <<mi percepisco più lento e trattenuto>>.
Queste sono alcune delle esperienze che molti di noi vivono nel parlare una seconda lingua.
Cambiare registro linguistico spesso infatti corrisponde all’indossare “abiti” differenti, nei quali a volte non ci si sente se stessi al 100%!
Ad esempio quando raccontiamo una battuta o uno scherzo nella nostra seconda lingua, spesso ci sembra meno naturale e meno simpatica.
Oppure a volte ci sentiamo aperti o timidi, educati o diretti, riservati oppure spigliati a seconda del tipo di lingua che usiamo.
(Ad esempio molte persone riportano di sentirsi più franchi e chiari quando usano il greco e molto più discreti e garbati quando parlano inglese).
Che significa quindi, che cambiamo modo di essere quando parliamo un’altra lingua?
Secondo alcuni si, e sono state proposte tre ipotesi per spiegare questo fenomeno:
- Asymmetrical ability. Asimmetria delle competenze: ci sentiamo diversi perchè abbiamo competenze differenti in ciascuna lingua.
E’ facile che possediamo un lessico ricco in una lingua e ridotto in un’altra, quindi ne risulta una maggiore possibilità di espressione nella prima e minore nella seconda, con la conseguente sensazione di riuscire ad esprimersi in modo diversamente efficace.L’asimmetria può riguardare anche le aree di conoscenza, infatti in una lingua magari possiamo essere più competenti in una specifica area (es. lavoro) e sentirci padroni di essa in quel particolare contesto, mentre in altre lingue siamo magari più esperti in aree diverse (es. situazioni sociali e di vita quotidiana).
- Priming. Attivazione della memoria: parlare una lingua attiva in noi le esperienze e la cultura associata a tale lingua.
Quando iniziamo a parlare, mettiamo in atto una serie di atteggiamenti, comportamenti, modi di comunicare specifici di quella lingua. Ad esempio usiamo un certo linguaggio del corpo tipico della cultura corrispondente, un certo tono e volume di voce, un particolare modo di approcciarsi alla discussione.Ci possiamo sentire diversi perchè effettivamente ci muoviamo, usiamo il corpo e comunichiamo in modo differente, in linea con quella cultura.
Inoltre usando una specifica lingua, si adottano tutta una serie di significati, valori e abitudini, veicolate dalle parole, e caratteristici di quel contesto. Parlando si attiverebbe quindi questa “cornice culturale” diversa da quella della lingua madre.
- Language structure. La struttura della lingua: ogni lingua ha una struttura diversa e questo porta a strutture di pensiero diverse.
Le lingue sono caratterizzate da una grammatica e una sintassi: delle regole specifiche per le parole e un particolare modo di comporre le frasi. Da ciò, si può immaginare che usando una certa lingua il pensiero si strutturerà in un certo modo.La lingua è inoltre ciò che utilizziamo per rappresentare e interpretare il mondo. Perciò ci possiamo sentire diversi perchè usiamo strutture diverse.
In alcune lingue ad esempio, il focus della frase è lo scopo dell’azione, in altre l’attenzione è sul soggetto, in altre ancora sul verbo e quindi sul comportamento. Viene da sè come a seconda di ciò a cui si dà rilievo, si penserà in un certo modo e quindi ci si percepirà corrispondentemente.
E tu, caro lettore, come ti senti quando parli la tua seconda lingua?
Cosa ne pensi di queste tre interpretazioni?
A presto ❤️
Giulia
Ps. Vuoi ricevere gli articoli del blog via email? Iscriviti alla newsletter qui sotto 🙂
Bibliografia
Johnson, Do different languages confer different personalities? The economist, 2013.
Interessante… io sono bilingue Francese ma non mi sono mai accorta di cambiamenti più o meno significativi fra come sono quando parlo italiano o francese
Ricordo di aver letto che un famoso illuminista francese, forse Voltaire, affermava che un uomo ha tante personalità quante lingue conosce…. qualcuno sa dirmi se era proprio Voltaire?
Io ho vissuto 11 anni a Londra.
Parlare in un’altra lingua cambia la mia personalità.
In inglese sono libera, molto più assertiva.
Sono la stessa persona ma agisco in un modo diverso.
In italiano sono insicura e timida, o almeno lo ero.
È come se parlare e pensare in un’altra lingua faccia uscire una parte di me che era nascosta.
Non so se riesco ad esprimere il concetto, però come liberarsi da quello che ti è stato introdotto da piccoli.
Per esempio….io in italiano non dicevo mai parolacce, in inglese si, questo perché il suono delle parole era estraneo .
Magari non è bello dire parolacce in nessuna lingua, ma mi ha fatto capire che se parlo inglese non sono condizionata da quello che ero da piccola, o da quello che mi hanno insegnato.
Grazie del tuo commento Loredana! Bellissimo che nel parlare inglese ti dai la liberta’ di essere chi sei e di farti finalmente vedere ❤️ Sembra proprio che ora decidi tu cosa va bene per te 🙂