Capita che una o diverse volte l’anno decidiamo di tornare in Italia per andare a trovare i nostri genitori e la nostra famiglia. Magari stiamo per un weekend oppure per un periodo piu’ lungo e ci fermiamo a casa loro durante il soggiorno.
Quello che a volte ricorre nelle storie che ascolto e’ la stessa sensazione di “tornare indietro nel tempo”.
Magari dormiamo nella nostra ex-camera, dove abbiamo trascorso la nostra adolescenza..
Passiamo la sera davanti alla tv con loro come ai vecchi tempi..
Ci ritroviamo nella solita cucina a cena a discutere..
In tutto cio’ possiamo sentirci trattati come una volta, come se ancora fossimo piccoli. Magari viene deciso qualcosa senza che ci venga chiesto, ci viene detto cosa sarebbe meglio per noi, oppure ci sentiamo rimproverati se quello che facciamo non corrisponde a determinate aspettative.
Cosa ci succede quindi quando torniamo? Per quale oscura magia ci sentiamo di nuovo bambini e facciamo fatica a ricordarci che siamo cambiati e che abbiamo una vita?
Magari all’estero abbiamo conquistato la nostra indipendenza economica ed emotiva ma quando mettiamo piede “a casa” e’ come se un po’ tutto svanisse.
Quello che spesso accade, e’ che si riattivano vecchie dinamiche familiari e vecchi ruoli.
In famiglia e’ come se si rimettesse in scena lo stesso “spettacolo” in cui ogni membro ha una parte ben precisa. Puo’ esserci ad esempio il familiare in difficolta’, il familiare mediatore, il familiare aggressivo. E ancora, quello che si prende cura e quello che riceve le cure, chi ha bisogno e chi aiuta, chi e’ ancora piccolo e chi decide.
Un’altra cosa che puo’ accadere, e che ci aiuta a spiegare perche’ ci possiamo sentire strani e a disagio quando torniamo, e’ che sperimentiamo un conflitto tra il nostro vecchio se’ e il nostro nuovo se’ e facciamo fatica ad integrare chi eravamo con chi siamo adesso.
Magari all’estero siamo maturati, cambiati, e abbiamo fatti dei passi in avanti rispetto al nostro sviluppo personale, e quando torniamo la sensazione che abbiamo e’ che i nostri familiari non siano “aggiornati” e che si aspettino la nostra “versione precedente”. Allo stesso modo, anche noi possiamo avere determinate aspettative di “figlio” su noi stessi, con le quali ci mettiamo i bastoni tra le ruote rispetto al nostro essere adulti.
Inoltre, possiamo associare in modo magari un po’ rigido alcuni aspetti di noi all’Italia e altri al nostro nuovo Paese che ci fanno comportare in maniera diversa (ad es. autonomo vs dipendente, attenti a noi stessi vs attenti solo alla famiglia, libero vs limitato).
Cosa possiamo fare quindi per sentirci di piu’ nei panni adulti quando torniamo?
- Lasciar andare i comportamenti e i ruoli che non sentiamo piu’ nostri
- Avere il coraggio di farci vedere nella nostra veste di adulti
- Porre nuovi confini, dicendo dei no
- “Portare” il nostro nuovo se’ in Italia
- Integrare le diverse parti di noi stessi in opposizione
Nei miei percorsi aiuto le persone a fare questi passi, e a trovare un equilibrio tra indipendenza e legame con la famiglia.
Non e’ facile, ma ne vale la pena! Per sentirci finalmente padroni della nostra vita.
E tu caro lettore, come ti senti quando vedi i tuoi genitori? Vai a casa da loro oppure opti per un posto tutto tuo? Sei felice di come gestisci la relazione con loro o fai fatica a sentirti sereno? Come sempre sono in ascolto su info@giuliasalerno.com, su Facebook e Instagram.
Un abbraccio,
Giulia
Ps. Hai gia’ scaricato il primo capitolo gratuito del mio libro “Trasferirsi all’estero, superare le difficolta’ e vivere la vita che vogliamo” ? Puoi farlo qui!
