Ogni espatriato porta con se’ molte emozioni nel cuore, a volte profondamente contrastanti tra loro.
Che sia all’inizio della nostra avventura, oppure anni e anni dopo il nostro arrivo, ci possiamo trovare in lotta con diverse parti di noi, percio’ oggi ti voglio raccontare quelle piu’ frequenti nelle storie che ascolto.
- Tornare in Italia vs restare fuori. Ho inserito questo conflitto per primo non a caso! A chi e’ che almeno una volta non sia balenata in testa questa domanda da un milione di dollari?
Per l’Italia possiamo sperimentare un odi et amo (ne ho parlato in questo post), rispetto a: valori, stile di vita, possibilita’ di crescita.
Anche la distanza dalla famiglia gioca un ruolo fondamentale in questo grande dubbio, ovvero costruirsi una famiglia vicino a loro oppure stare a distanza?
Spesso tra le remore nel tornare c’e’ infine il timore di aver in qualche modo fallito nel progetto all’estero.
(Forse puo’ interessarti questo post su come fare la scelta giusta). - Liberta’ vs colpa. Collegato al punto precedente c’e’ il conflitto relativo alla famiglia, ovvero da una parte avvertire il profondo bisogno di esplorare, essere liberi, spensierati e costruirsi la propria vita, e dall’altra il senso di colpa per averli “abbandonati”, per non poterci essere sempre (a volte anche nei momenti importanti), per vederli invecchiare mentre noi siamo lontani.
Questo conflitto ha molto a che fare con il grado di indipendenza che abbiamo raggiunto nei loro confronti e con che tipo di scelte vogliamo per il nostro futuro (ne parlo nel mio libro). - Appartenenza vs limbo. Molto spesso ascolto da parte di chi vive all’estero la sensazione di sentirsi in un limbo: non piu’ in Italia, non ancora radicato nel nuovo Paese.
C’e’ la spinta a sentirsi appartenenti e la difficolta’ o la resistenza a farlo: da una parte il desiderio di sentirsi parte del luogo e appartenenti alla comunita’, dall’altra il sentirsi un pesce fuor d’acqua.
L’appartenenza e l’adattamento sono dei processi che richiedono tempo e tirano in ballo la nostra identita’ sociale e il modo in cui ci relazioniamo con gli altri. - Passato vs presente. A un certo punto del nostro percorso all’estero ci troviamo a dover fare i conti con cio’ che eravamo e cio’ che stiamo diventando.
Questo conflitto riguarda la nostra identita’ personale e quindi la percezione che abbiamo di noi stessi: quanto stiamo accettando cio’ che sta nascendo in noi? Quanto accettiamo che siamo cambiati?
Spesso questo dieventa piu’ evidente quando andiamo in Italia e ci confrontiamo con la nostra “vecchia” vita e con le persone che non frequentiamo piu’ quotidianamente ma che ci ricordano “come eravamo”.
Questi conflitti parlano dei nostri bisogni, delle nostre aspettative, dei nostri desideri.
Possiamo quindi vivere una battaglia interna, sentirci confusi e bloccati.
Magari vogliamo fare una scelta ma rimaniamo fermi perche’ ci sembra di dover fare delle rinunce troppo grandi. O comunque puo’ succedere che non viviamo serenamente la nostra vita perche’ ci preoccupiamo troppo.
Nel mio lavoro aiuto le persone a dare spazio a tutte le parti in conflitto, perche e’ importante che possano essere ascoltate.
Poi le aiuto a far dialogare queste parti tra loro, perche’ solo cosi’ possiamo essere in pace con noi stessi e fare delle scelte felici.
E tu caro lettore, che tipi di conflitti hai vissuto nella tua vita all’estero? Come sempre puoi scrivermi su info@giuliasalerno.com o sui social!
Un abbraccio,
Giulia
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