Molti di noi si sono spostati all’estero con l’idea di crearsi una vita migliore, alla ricerca di un nuovo inizio, un buon lavoro, degli stimoli diversi.
Probabilmente la maggior parte del tempo le nostre giornate ora sono piene: lavoriamo, coltiviamo le nostre passioni e ci godiamo la nostra liberta’.
Ci sono pero’ certi dei giorni dell’anno in cui cadono determinate ricorrenze che ci fanno piombare in una grande nostalgia.
Magari ci ritroviamo a passare un sacco di tempo a guardare foto e video dei nostri familiari e dei nostri amici in Italia pensando che ci stiamo perdendo tante cose importanti.
E li’ sentiamo un mix di tristezza e gelosia, anche se nel profondo siamo contenti per loro.
Il fomo, ovvero the fear of missing out, e’ un concetto che rappresenta la sensazione che gli altri vivano una vita migliore, si divertano di piu’ e siano piu’ felici di noi. E’ la paura di perdersi dei momenti fondamentali e restarne al di fuori.
Quando ho letto del fomo, ho subito pensato a quanto spiegasse bene la sensazione che tantissimi expat mi raccontano, e che io stessa a volte ho provato, ovvero che la “vita vera” succeda altrove e che stando all’estero ci si perda molti eventi importanti. Percio’ ho deciso di applicarlo a questo ambito.
Quindi, anche se con i social possiamo essere iper-connessi con i nostri affetti, allo stesso tempo tramite essi, assistiamo anche ai momenti belli e le occasioni speciali che loro festeggiano senza di noi.
Puo’ essere il battesimo di nostra nipote, la laurea di nostro fratello, il matrimonio dei nostri amici, i compleanni, o dei semplici aperitivi.
Magari sotto sotto ci chiediamo se gli manchiamo e abbiamo un timore irrazionale che ci possano “sostituire” con qualcun altro.
A volte vorremmo essere in due luoghi contemporaneamente, oppure in certi momenti mettiamo in dubbio la nostra scelta di stare lontano.
A te e’ capitato di sentirti cosi’?
Lo stesso vale anche per gli eventi negativi, che tengono comunque stretti i legami, come i funerali o le malattie.
Ma perche’ quindi scatta questo in noi?
Una spiegazione, e’ che ci sentiamo cosi perche’ non stiamo soddisfacendo 3 nostri bisogni fondamentali:
- Il bisogno di sentirci competenti nella nostra vita
- Il bisogno di sentirci autonomi
- Il bisogno di sentirci connessi intimamente con gli altri nella quotidianita’
Se abbiamo spesso quindi la sensazione che in Italia “l’erba sia piu’ verde” possiamo chiederci quanto da 1 a 10 sentiamo soddisfatti questi 3 bisogni nella nostra vita attuale. Ci sentiamo capaci in cio’ che facciamo? Ci sentiamo autonomi e indipendenti? Sentiamo che abbiamo dei legami che ci soddisfano?
Magari ci possiamo riflettere su.
Nella mia esperienza con gli expat, quando la paura di “non vivere al massimo” e’ tanto forte e pensiamo sempre che altrove potremmo essere piu’ felici, oppure quando ci sentiamo esclusi, spesso sono presenti questi meccanismi psicologici profondi sottostanti:
- Non ci sentiamo mai abbastanza (al lavoro, nelle relazioni, come persone)
- Il senso di esclusione e’ un tasto dolente per qualche esperienza passata
- Non conosciamo bene i nostri valori e i nostri bisogni, oppure non gli diamo importanza, e quindi trascurandoli ci sentiamo insoddisfatti
Quando il fomo e’ forte, spesso siamo disconnessi da noi stessi e sminuiamo il nostro valore.
C’e’ qualcuno di questi meccanismi che per caso ti risuonano?
Puo’ anche succedere che non ne siamo completamente consapevoli, infatti di frequente vengono alla luce nei percorsi di terapia.
Percio’ ora che sappiamo qualcosa in piu’ su cosa sia il fomo per gli expat e come mai possiamo sentirlo, cosa possiamo fare per iniziare a gestirlo?
Voglio lasciarti qui tre spunti su come alleviare questo disagio:
- Lavora sul tuo senso di appartenenza. La paura di sentirsi lontani e di non essere al “centro dell’azione” va spesso a braccetto col senso di solitudine. Abbiamo bisogno di sentirci parte di una comunita’ e sentirci vicini ad alcune persone. Percio’ e’ fondamentale aumentare il tuo senso di radicamento, sia entrando in gruppi che condividono i tuoi valori, che coltivando amicizie intime a due.
- Lavora sul tuo senso di colpa. Spesso quando sentiamo che ci stiamo perdendo qualcosa di importante ci sentiamo anche in colpa per non essere li’. La colpa e’ un sentimento che e’ molto presente per gli espatriati e spesso puo’ essere un vero e proprio fardello. Lavorarci vuol dire conoscerla meglio, farci pace e lasciarla andare.
- Lavora sull’accettazione di te stesso. Se sentiamo che c’e’ chi fa meglio di noi, e’ piu’ felice, quindi facciamo paragoni o ci sentiamo esclusi, forse non abbiamo un’ idea molto positiva di noi stessi, non ci apprezziamo, non ci accettiamo. Il primo passo per sentirci comodi nel luogo dove viviamo, e’ sentirci comodi nella nostra pelle e dentro il nostro essere.
Se hai bisogno di un aiuto per lavorarci io ovviamente sono qui 🙂
Siamo umani quindi sospirare di nostalgia e’ normale, ci ricorda cosa e’ stato ed e’ importante per noi!
E a volte sentire e confortare quel sottile dolore di non esserci e’ parte dell’esperienza dell’espatrio.
Allo stesso tempo e’ giusto dare alla nostra felicita’ lo spazio che merita, non trovi?
Un abbraccio,
Giulia
