Se scorro indietro con la memoria, ricordo come fosse ieri la mia prima cena natalizia a Londra con i miei colleghi di Universita’, dove scoprii gli English crackers che decoravano la tavola e promettevano (dopo le mince pies) un momento di gioco condiviso con coroncine e indovinelli.
Ricordo anche il mio primo Natale a Worthing con il mio ragazzo, dove iniziai la tradizione del Christmas jumper day.
E ovviamente il primo Natale a Brighton, con i suoi bellissimi carol singing -i cori natalizi di quartiere- e il bagno al mare vicino al pier il 25 Dicembre con il cappellino natalizio.
Questi momenti speciali, in cui ho iniziato ad abbracciare le tradizioni di Natale inglesi mi hanno permesso di sentirmi piu’..
..appartenente perche’ condividevo gli stessi riti
..piu’ coinvolta perche’ dato che mi piacevano proprio, partecipavo di piu’
..piu’ vicina ai miei amici, perche’ vivere quelle esperienze insieme ci ha legato molto.
Ovviamente non ho partecipato a tutte le tradizioni! (mi spiace ma gli alberi di natale veri usa e getta e i cavolini di bruxelless non mi sono mai andati giu’ lol).
Ho scelto quelli che erano nelle mie corde e che mi regalavano sensazioni belle.
In tutto cio’, mantenevo le tradizioni italiane e quelle danesi (i riti della famiglia di mio padre e i riti della famiglia di mia madre): presepe, tortellini in brodo, calendari dell’avvento, decorazioni fatte a mano, eableskiver e via cosi’.
Ad oggi ho creato il mio personalissimo mix.
I rituali uniscono, celebrano e diventano storia: ci fanno sentire vicini, sollevano lo spirito e contribuiscono alla nostra identita’.
Le tradizioni scandiscono la nostra vita sociale e i rituali hanno un potente ruolo psicologico.
Ecco perche’ ho voluto raccogliere qui i 5 aspetti psicologici piu’ interessanti 🙂
- I riti rassicurano
Sono azioni conosciute ripetute che facciamo senza pensare, che contrastano quindi l’incertezza e la mancanza di controllo. Alleggeriscono l’ansia anche perche’ ci tolgono momentaneamente dalla nostra testa, facendoci considerare una dimesione piu’ ampia (anche se non per forza religiosa). - I riti sono una forma di linguaggio
Hanno sia proprieta’ strutturali (come un discorso) sia funzionali (veicolano messaggi). Infatti hanno la stessa funzione comunicativa, ovvero attraverso dei simboli, trasmettere valori. - I riti sono una struttura protettiva di contenimento
“Arginano il disorientamento esistenziale dell’uomo”.
Servono a tutelare la stabilita’ psichica proprio perche’ sono fissi nei modi, negli spazi, nei tempi, nei gesti. Hanno un potere ordinatore che ci preserva dal perderci in noi stessi e contemporaneamente dal fonderci con gli altri. - I riti aiutano a risolvere i conflitti interni
Spesso durante le feste ci apriamo temporaneamente a sensazioni che magari abbiamo tenuto lontano tutto il resto del tempo (ad es. alla nostalgia). In questo senso i riti aiutano a ricomporre gli opposti, ma in modo “controllato” e “regolato”. - I riti rafforzano i legami sociali
I riti hanno il grande ruolo di organizzare la socialita’ e di farci sentire appartenenti. Quando celebriamo insieme agli altri ci sintonizziamo a livello emotivo, e questo puo’ regalare un grande senso di unita’, coesione e fiducia. Conoscere lo script del rito sociale ci motiva ad avvicinarci e a saperne di piu’ di quella nuova cultura, oppure a condividere le tradizioni della nostra cultura d’origine (annullando le distanze con chi amiamo che e’ lontano).
I riti possono essere molto preziosi per un espatriato: lo aiutano a sentirsi piu’ calmo, sicuro e vicino agli altri 🙂
Finisco questo post lasciandoti qualche domanda per riflettere su di te se vorrai 🙂
Quanto sei consapevole dei riti che porti avanti? Che significato hanno per te? Ti aiutano a sentirti piu’ connesso con te e con gli altri?
Rappresentano bene chi sei oggi?
Cioe’, ce ne sono alcuni che vorresti togliere o che magari vorresti aggiungere?
Se vuoi raccontarmi le tue riflessioni mi trovi su info@giuliasalerno.com!
Un sorriso,
Giulia
