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Traumi passati in espatrio

In questa giornata uggiosa ho deciso di scrivere di quando il passato doloroso torna a galla e ci rende difficile vivere appieno la nostra vita, in espatrio.

Se vivi in un altro Paese e hai la sensazione che alcune esperienze passate possano aver impattato molto su di te e stiano influenzando il tuo presente, voglio dirti che non sei l’unico, lo ascolto spessissimo.

Quello che accade e’ che le persone tendono a tenerlo per se’, perche’ si sentono strane e a disagio a parlarne.

Spesso in realta’ non si e’ manco sicuri di aver vissuto un trauma, perche’ nei discorsi che ascoltiamo, nelle notizie che vediamo e nelle definizioni che leggiamo si parla quasi sempre di traumi per incidenti stradali, violenze sessuali e guerre.

Ma questi sono solo una parte degli eventi che possono essere traumatici. Ci sono i lutti, le rigidita’ educative, gli abbandoni emotivi, l’aggressivita’ per dirne alcuni.

Questi non sono traumi con la t minuscola -in confronto agli altri che sono traumi con la T maiuscola come ho letto da qualche parte- sono tutti traumi che hanno lasciato un segno.

Partiamo quindi dalla definizione di trauma.

Viviamo un trauma quando succede qualcosa che ci fa sentire sopraffatti, per la quale non abbiamo gli strumenti emotivi (o cognitivi) per fronteggiarlo, e in cui siamo (o ci sentiamo) soli.

(Ecco perche’ molti traumi avvengono nell’infanzia, perche’ non siamo in grado di capire bene cosa accade, non sappiamo come gestire le emozioni forti e nessuno magari ci ha aiutato).

Ma come si manifestano ora in espatrio? Lo possiamo notare dal fatto che:

  • Alcune situazioni brutte si ripetono
  • Mettiamo in atto dei comportamenti che ci fanno male
  • Ci sentiamo overwelmed
  • Ci sentiamo piatti e distaccati emotivamente
  • Scattiamo in modo “esagerato” in alcune situazioni

E i trigger comuni possono essere:

  • Le separazioni (con i genitori quando si torna all’estero, con gli amici del nostro Paese quando se ne vanno)
  • I litigi (con il partner o al lavoro)
  • La solitudine
  • Le barriere linguistiche e culturali

Spesso anche la nostra decisione di partire e’ stata influenzata dai nostri traumi. Molti di noi sono partiti per allontanarsi da situazioni dolorose, ricordi brutti, rapporti poco sani.

Magari ci si e’ allontanati per mettere distanza e creare dei confini per capire chi si e’ davvero, proteggersi dalle aggressioni e dalle invadenze, oppure proteggersi dall’indifferenza.

E’ totalmente ok, ognuno cerca di sopravvivere come puo’ ai propri traumi.

Quello che ti auguro, se hai vissuto un trauma, e’ prima o poi di lavorarci.

Magari quando sei un po’ piu’ pronto, ma di farlo.

Forse ti immagini che starai peggio, che poi non ne uscirai piu’ o che ti richiederebbe troppa energia.

Voglio dirti questo 🙂

Se ti ci avvicini con gentilezza e ci lavori con i tuoi tempi, succedera’ l’opposto. Starai meglio, e sarai piu’ calmo.

Se chiedi a una persona come si sente dopo che e’ stata vista, ascoltata e accolta che ti dice? Che sta meglio.

E non vuol dire seguire l’ansia, ma capire da cosa ci protegge. Non vuol dire neanche annegare nel dolore ma dargli un contenimento caldo.

Sai quanta energia guadagneresti? Tutta quella che usi per sopprimere quello che senti, rimuginare, stare agitato di notte.

Non c’e’ fretta ma sappi che una vita piu’ piena ti aspetta.

Intanto spero di averti trasmesso un po’ di speranza 💫

Un sorriso,

Giulia

Se pensi che questo post possa essere utile a qualcuno che conosci, inviaglielo <3

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